lunedì 25 febbraio 2008

L’Austria avanza tra calcio e cultura

VIENNA - “Non vinceremo gli Europei, ma il nostro impegno è quello di rimanere leader nel campo del turismo”. Questo l’obiettivo dichiarato da Rainer Ribing – Ceo della divisione turismo della Camera di Commercio Federale, all’apertura dell’Actb 2008 (Austrian and Central Travel Business), parlando dei risultati e dei progetti futuri che riguardano l´Austria e le nazioni vicine presenti alla manifestazione. “Nel mercato – ha proseguito il direttore – è importante la competizione, ma allo stesso tempo risulta fondamentale anche il gioco di squadra ed è per questo che abbiamo deciso di portare avanti la collaborazione con Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia che ha prodotto fino ad oggi risultati interessanti su diversi fronti”.Si tratta di un anno importante quello appena iniziato per l´Austria, probabilmente l´apertura di un nuovo ciclo che porrà sotto i riflettori la regione che ospiterà il prossimo giugno, insieme alla Svizzera, gli Europei di calcio, e che celebrerà nel 2009 sia l´anno di Hyden, a 200 anni dalla morte, sia Linz Capitale Europea della cultura. Negli ultimi anni il turismo austriaco ha segnato un andamento positivo e anche quest’anno le percentuali registrate, +1,7% sui pernottamenti e un +3,3% per gli arrivi, dimostrano che il lavoro svolto ha dato i suoi frutti. “E’ stata creata un’ottima base di lavoro – ha concluso Ribing – su cui sviluppare le iniziative per quanto riguarda il segmento turistico.” In controtendenza appaiono però le cifre del mercato italiano che hanno registrato un calo, del 4,3% per quanto riguarda gli arrivi e del 3,2% per i pernottamenti, legato probabilmente ad una rotazione nella scelta delle mete. Non si tratta dell´unico mercato con il segno meno: Germania, Francia, Usa e Giappone infatti marcano in lista la stessa zona, mentre ottimi sono i risultati riscontrati con Russia, Romania, Polonia e Repubblica Ceca, orizzonti nuovi ed in costante crescita.Tuttavia il 2008 potrebbe, e dovrebbe, portare l’ago della bilancia in positivo su tutti i fronti grazie agli Europei e ad una nuova immagine che l´Austria vuole dare tramite l’ultima campagna promozionale che si pone come restyling del brand. “La campagna appena lanciata – ha dichiarato Petra Stolba, CEO dell´Ente del Turismo austriaco – vuole descrivere la vacanza in Austria come la somma di una serie di ispirazioni che vanno dalla riflessione al divertimento, facendo leva sulle risorse culturali e naturali, sullo sport, senza dimenticare naturalmente il patrimonio musicale. Si tratta di una nuova immagine, al passo con i tempi perché le cose cambiano e anche noi non siamo mai gli stessi.”
(foto serata inaugurale Actb Vienna '08 - Petra Stolba Ceo Austria Turismo)

sabato 23 febbraio 2008

Il dolce tramonto dei La Crus

ROMA - “Per me i La Crus sono i campioni dei primi dischi, la chitarra classica di Cesare, la tromba e la mia voce”. Si confessa così Mauro Ermanno Giovanardi, frontman dei La Crus, a pochi giorni dall’uscita del nuovo lavoro del gruppo in cui coabitano le intuizioni musicali di Cesare Malfatti e i testi di Alessandro Cremonesi (autore di diversi brani, anche se non ha mai preso parte alla vita “pubblica” del gruppo). “Io non credevo che questa sera”, è l’ultimo atto di una storia musicale nata a Milano quindici anni fa, raccoglie 16 tracce, 12 delle quali in versione live, registrate al Teatro Novelli di Rimini il 14 luglio 2005 con l’Orchestra da Camera delle Marche diretta dal Maestro Daniele Di Gregorio. A completare l’opera poi la splendida versione in studio di Infinite possibilità con L’Ensemble MusicaMorfosi, e tre inediti, scritti, prodotti e arrangiati nell’estate 2007 e orchestrati da Davide Rossi: “Mentimi”, “Entra piano” e “L’autobiografia di uno spettatore”. Brani particolari, che tuttavia si ricollegano all’ideale percorso scritto dai brani scelti dal gruppo per questa sorta di testamento musicale: “Entra piano è un pezzo che mi piace tantissimo - ha specificato subito Giovanardi - mi piace soprattutto il clima tra il morboso, il sensuale e il cupo che poteva essere di alcune cose iniziali ma che ha avuto nella canzone uno sviluppo naturale. Avendo una struttura atipica, non propriamente da canzone, ricorda proprio per questo alcune cose dei primi pezzi che erano fatti molto più con i campioni. C’è molto del nostro lavoro di ricerca, pur mantenendo le caratteristiche iniziali. “Mentimi” invece, al di là del testo che è legato comunque ad una tematica sociale - cosa rara per noi -, rispecchia il clima generale del disco: ha una bella melodia, un testo accattivante senza cadere nella banalità di alcuni brani pop. Il suono d’insieme del disco ci ha soddisfatto, perchè rende l’idea del percorso di questi anni.

Cosa vi ha spinto ad intraprendere un lavoro di questo genere?
Inizialmente doveva essere un’antologia più alcuni inediti, ma io e Cesare abbiamo fatto subito una controproposta perchè secondo noi un lavoro del genere doveva avere un’impronta diversa: sono stati lasciati fuori certi pezzi magari un pò più da classifica perchè se i La Crus hanno voluto trasmettere qualcosa è proprio rispetto ad un certo tipo di scrittura, con canzoni più di nicchia, di tenore esistenziale, le ballate, i pezzi d’atmosfera. Fare una raccolta sarebbe stato forse più difficile, nel disco ci sono ad esempio solo tre singoli. C’è molto più immaginario, senza rinnegare nulla, che è stato poi esaltato dall’arrangiamento dal vivo. L’unico rammarico è l’assenza del dvd che avevamo progettato in allegato al disco e che motivi burocratici non è stato far possibile uscire in contemporanea”.

E’ stato comunque un “parto lungo”…
Fin dai primi concerti che abbiamo fatto con l’orchestra (dal ‘99 al 2005) abbiamo accumulato molto materiale tramite la registrazione con lo studio mobile. Ho passato oltre due mesi a scegliere tra tutte le versioni e m’è dispiaciuto dover lasciar fuori alcuni brani. Probabilmente rivedendo ora la scaletta l’unica canzone che cambierei, nonostante vi sia molto legato, è “Diritto a te”… con “Ad occhi chiusi“. Siamo partiti che erano solo tre brani e poi abbiamo fatto un lavoro di arrangiamento che ci ha portato ad avere quindici/sedici pezzi".


L’uso degli archi nell’arrangiamento ha favorito poi una certa profondità nella composizione finale…
Si abbiamo avuto la fortuna e l’intelligenza di lavorare con alcuni arrangiatori di rilievo, perchè collaborare con un’orchestra di trenta elementi non è semplice, anzi. Ti trovi a dover gestire una base sonora piuttosto corposa e devi stare attentissimo perchè se viene fuori qualcosa di pesante, di troppo ardito o mielosa si sente subito. Ogni volta è stato un lavoro di precisione a cui io sono stato particolarmente dietro. E’ una medaglia con due facce: se ci metti un’orchestrazione adatta i brani si sublimano all’ennesima potenza, altrimenti il pezzo ne risente e invece che acquistare in bellezza ne perde anche il contenuto. E’ un lavoro impegnativo, spesso un arrangiatore lavora sulla base classica e se gli dici certe cose magari ti prende per pazzo. Abbiamo avuto diverse discussioni in corso d’opera, ma alla fine il risultato è stato quello che ricercavo".


Uno sguardo al futuro, come cambierà il lavoro?

Mi verrà sicuramente a mancare il senso del gruppo. La concretezza di Cesare in primis. Io sono il lato passionale, mi butto in tutte le cose, sono curioso di natura, mentre lui ha cercato sempre di razionalizzare e di far diventare questa passione un lavoro. Per il futuro tutto quello che ho accumulato con i La Crus, avendo dato tanto a questo progetto, mi rimarrà dentro. Forse farò l’archeologo, mia grande passione da sempre, anche se non ho mai avuto voglia di studiare a dire il vero… scherzi a parte, sto già lavorando su un pò di materiale. L’esperienza di “Cuore a nudo” è stata importante, ma il mio prossimo disco solista deve essere un lavoro di inediti e far si che suoni in modo diverso rispetto al sound del gruppo, anche se inevitabilmente temo lo ricorderà. Credo che la mia voce, il mio immaginario, il modo di lavorare sui pezzi è quello… anche se la mia idea è creare qualcosa di diverso, già emerso in Cuore a nudo, ma vorrei puntare di più sull’ironia. Perchè se lavori su determinati immaginari, su certe atmosfere poi quando invece punti su pezzi diversi ti spiazzano…ed ora ho un mezzo provino tra le mani che se viene come penso mi darà molta soddisfazione”.


Tre brani in cui ritrovare l’essenza dei La Crus?

Il nostro pezzo più importante è sicuramente “Come ogni volta”, ma a me piace moltissimo è “Soltanto amore“, mentre “Come una nube” è un manifesto etico, il nostro modo di vedere le cose. Questi sono tre pezzi base, poi ce ne sarebbero tantissimi altri che meriterebbero nella nostra storia una menzione speciale".
(foto gentile concessione della Warner per Chronica.it)