sabato 20 settembre 2008

Bayliss, Mondiale e addio: Non posso vincere per sempre



Roma, 20 set. (Apcom) - Sorride Troy Bayliss. Il campione della Ducati Xerox, alla vigilia di quello che potrebbe essere il suo terzo successo nel Mondiale Superbike, racconta ad Apcom sensazioni ed emozioni del week end alle porte, scorrendo però anche momenti significativi della sua carriera, giunta quasi alla bandiera a scacchi. "Potrebbe essere un week end davvero speciale. - ha esordito Bayliss - Quello di cui sono sicuro ora è che sarà comunque un week end difficile qui a Vallelunga. E' vero ho 101 punti di vantaggio, realmente un gran margine per vincere qui il Mondiale. Sarebbe fantastico per me e per tutti i miei tifosi trionfare qui, ma bisogna vedere come andranno le cose. Ho davvero un ottimo ricordo dello scorso anno, mi trovo bene su questa pista, ma ad esempio oggi (ieri ndr) è piovuto, ed è strano per l'Italia, sembra di essere in Inghilterra".


"Spero che le condizioni meteo nei prossimi due giorni siano migliori e di riuscire portare a casa più punti rispetto a Max Neukirchner e Troy Corser per avvantaggiarmi nella corsa al titolo". Analizzando la sua esperienza nel mondo a due ruote ha spiegato: "Onestamente non credo siano cambiate molto le cose in questi anni. Ci sono sempre stati ragazzi veloci, che hanno passato molto tempo in pista ed io mi sento uno di questi. Sono qui da tanti anni e l'unica cosa che mi potrebbe fermare è un incidente, perché amo questo sport. Questo è uno dei motivi per cui alla fine dell'anno metterò la parola fine alle competizioni.
Mancano tre gare alla fine di una splendida carriera - ha aggiunto Bayliss - e non potrò vincere per sempre. Penso che sia la decisione migliore quella di mettere un punto ora che comunque sono al massimo".
E riguardo le nuove leve, Troy Bayliss ha spiegato: "Ci sono sempre piloti veloci, ma il problema è prendere il giovane migliore. Alla fine sono due i posti a disposizione in un team e le squadre devono essere al top. Ogni anno i team fanno molta attenzione ai piloti da prendere in considerazione perché attualmente sono in molti e non è facile scegliere e capire chi tra questi ha un valore aggiunto, quale possa essere il migliore. Inoltre ora ci sono differenti campionati in Europa, in Italia, in Spagna, come ad esempio la Red Bull Cup, e i giovani piloti iniziano presto a gareggiare ad alti livelli anche se forse non hanno l'esperienza adeguata.
L'apprendimento è una strada lunga. Al mio posto arriverà "Nory Haga", anche se secondo me loro dovrebbero prendere un pilota giovane in squadra. Hanno però bisogno di risultati garantiti perché c'è uno sponsor che paga e così è difficile puntare su un ragazzo nuovo. L'unica possibilità è riuscire a scovare qualcuno veramente bravo e pronto a dare battaglia".



Gettando uno sguardo indietro, l'australiano si è lasciato andare all'amarcord con un pizzico di nostalgia, anche se la sensazione predominante è la certezza di aver scritto pagine importanti nella storia di questo sport. "Tanti sono i ricordi piacevoli nella mia carriera, perché è stata straordinaria. Certamente fatta di alti e bassi, ma sicuramente gli eventi positivi sono la maggior parte: due mondiali Superbike, il titolo Britannico Superbike e le tantissime gare disputate nel corso degli anni. E' difficile scegliere un momento tra questi perché quelli importanti sono davvero tanti". Tra i compagni di squadra dell'australiano Ruben Xaus e Ben Bostrom sono quelli che "hanno lasciato il segno" negli anni: "Nel corso degli anni ho condiviso i box con diverse persone, all`inizio c`era Ruben (Xaus), poi Neil Hodgson, Ben Bostrom, Michel, Lorenzo, davvero tanti".



"Penso che il miglior gruppo sia stato quello della stagione 2001-2002, quando ero in squadra con Ben e Ruben, perché ero un po' come un padre per quei due. Io ero un po' più giovane rispetto ad ora, ma loro erano proprio dei ragazzi: erano nuovi dell'ambiente, erano veloci, erano dei "folli". A volte li richiamavo alla calma, ma erano come dei tornado: completamente folli per le ragazze e naturalmente le ragazze per loro. E' stato divertente all'epoca, quei due li ho visti crescere ed ora è bello ricordarlo insieme".
E sulla possibilità di un futuro a quattro ruote, dopo l'esempio di Michael Schumacher in Superbike ha detto:"Non conosco personalmente Michael, ma è veramente un grande campione e trovo sia strano che si sia appassionato così tanto alle moto ora e non credo io sia l'unico a pensarlo. Adoro le auto e probabilmente farò qualche gara in futuro, ma rimarrò in qualche modo legato alla Ducati come testimonial del marchio e se ritornerò in sella non sarà per dei test speciali, ma per correre ancora e provare di nuovo l'adrenalina, sentire il sangue scorrere nelle vene. Nulla di speciale ovvio, solo per rilassarmi un po'".


Con il traguardo in vista Bayliss non fa programmi per il futuro. Ora quello che conta è concentrarsi sulla strada, ancora incerta, per il terzo sigillo, anche se i suoi motori probabilmente non si spegneranno: "Sono un po' triste perché mancano solo tre gare alla fine di tutto questo e terminato il campionato la mia vita non sarà più la stessa. La mia carriera professionistica in questo ambito ha avuto inizio nel 1998, è passato davvero tanto tempo. Ho alcune idee in testa, ma non ne parlerò finché non avrò chiuso definitivamente questo capitolo"