domenica 19 aprile 2009

Sad Lovers and Giants. Niente etichette, solo emozioni


slg1.jpgROMA - Un’attesa che non è stata tradita, perché fatta non di parole ma di emozioni. Questo il tratto distintivo dei Sad Lovers and Giants, gruppo post punk inglese che ha registrato il tutto esaurito lo scorso venerdì sul palco del nuovo Black Out Rock Club di Roma. Garce Allard (Voce), Tony McGuinness  (Chitarra), Cliff Silver  (Basso) e Nigel Pollard  (Batteria e Percussioni), accompagnati alle tastiere da Marco Mullner, hanno saputo ancora una volta creare un’atmosfera magica ripercorrendo, in quasi due ore di concerto, molti dei brani che li hanno consacrati tra le pietre miliari del genere. Persone che, al di là del lungo percorso fatto fin qui, hanno ancora voglia di mettersi in gioco e raccontare quell’universo parallelo che muove parole e note.

Voi definite la vostra musica come un’esperienza che suona le corde profonde dell’immaginazione, ma è possibile oggi “lavorare” ancora in questa direzione in un mondo senza sogni?

Non è vero che siamo in un mondo senza sogni - ha esordito Garçe -  perché quando entri in contatto con la tua musica preferita questa ti aiuta a sciogliere le tensioni e a vivere al meglio le tue emozioni. La musica è un fattore molto importante per la gente, gli permette di andare lontano con l’immaginazione e di sognare in un’età in cui è difficile farlo, nonostante sia fondamentale”. A lui ha fatto poi eco Tony aggiungendo: “Credo che siamo in un’età senza più slg2.jpgsogni” soprattutto per la natura e l’invasività dei media;  ci sono così tanti canali televisivi e così tanti giornali e siti internet che cercano di vendere sogni o almeno l’idea della forma che dovrebbero avere… la felicità sembra passare solo dalle cose materiali… quali una liposuzione, un seno nuovo… ti dicono che potrai essere felice solo se avrai questo tipo di sogni. Ilbello della musica invece è che fuori datutto questo: dal modo in cui succedono le cose, dai soldi. Sembra invece che sia un canale molto importante per le persone, perché le aiuta a definire la propria identità, a tessere legami profondi basati su una certa complicità e in un modo comune di vedere le cose. Intraprendere una carriera musicale per fare soldi non è il metodo migliore di guadagnare, molti lo fanno rubando senza rispetto. La musica è fuori da questo ragionamento, è il modo più profondo di creare rapporti tra le persone e dare loro sogni e una realtà diversa, arricchita rispetto alle sole cose materiali”.

Cosa pensate dell’attuale scena del gothic rock?

“Ci sono molte band etichettate come gotiche - ha proseguito Garçe - . A me in particolare piacciono i Siouxie and the Banshees e i The Mission e tutte quelle che in genere hanno un sound rarefatto, atmosferico e un po’ dark. Credo che i Sister of Mercy siano stati una grande band, oggi i giovani li definiscono gothic, ma secondo me loro sono stati solo un ottimo gruppo con alle spalle una forte tradizione gotica ereditata dalla letteratura e dalla poesia inglese. La musica, per come la interpretiamo noi Sad Lovers and Giants, ha sempre toccato le corde dark ethereal, cose emozionali. Credo però che la gente pensi che le emozioni facciano parte solo del mondo dark, ma è una visione errata… la nostra musica fa parte di quel mondo dove ognuno è  a contatto con le proprie sensazioni e non credo sia giusto dargli delle etichette, non lo capisco anche se poi anche noi ci siamo un po’ dentro”.

Una lunga storia dal 1982, 27 anni in cui sono successe molte cose… quali sono i piani per il futuro?

“Sarebbe una bugia dire che non stiamo scrivendo cose nuove ma lo stiamo facendo con molta calma, non abbiamo l’esigenza di correre verso qualcosa di nuovo. Vedremo comeslg3.jpg andranno le cose anche perché comunque la Cherry Red(la loro etichetta discografica, n.d.r.) ha appena ristampato il nostro primo disco “Epic music garden”  e presto questo avverrà anche per il nostro secondo lavoro. Vedremo come andrà e decideremo meglio il nostro futuro. Noi amiamo scrivere canzoni, è qualcosa che ci viene naturale… lo vedi anche dal fatto che oggi siamo qui. Questo  viaggio ci ha fatto venire in mente cose nuove che poi dovremo mettere insieme. Al nostro ritmo però potremmo avere anche 75 anni prima che un nuovo singolo veda la luce. E’ tutto molto strano, molte persone che ci ascoltano neanche erano nate quando noi abbiamo iniziato e far girare la musica in un certo modo dopo 27 anni di carriera non è semplice: tutto questo fa parte di noi, ma appunto è solo una parte. I tempi sono cambiati, non c’è più quel marchio ma la gente vorrebbe sentire sempre lo stesso sound, quello degli anni ‘80. Per noi la musica non è più quella, è andata avanti ed è anche questo che ci ha permesso di avere una certa longevità… per noi è la chiave segreta del nostro successo e vogliamo proseguire su questa strada”.

C’è qualcosa in particolare che potrà ispirare i vostri prossimi lavori?

“Siamo in un momento delicato con la crisi finanziaria, il cambiamento climatico e c’è chi sta cercando di prendere le fila di questa situazione. Qualsiasi siano gli sviluppi io voglio sapere come andranno le cose e non voglio che qualcuno sottovaluti qualcosa. Penso che tutto questo sarà fonte d’ispirazione per noi in qualche modo, come altre situazioni problematiche in passato, che ci hanno portato a confrontarci con temi difficili, a volte ancora d’attualità. E’ un lavoro prezioso per noi e per chi ci seguirà. C’è gente disposta ancora ad ascoltare e questa per noi è la cosa più importante“.