venerdì 21 novembre 2008

Ultimo atto per i La Crus sul palco dell’Auditorium a Roma

ROMA - Le parole più belle di una storia sono quelle che ne narrano l’epilogo, perché racchiudono in sé l’essenza e la profondità di ciò che è stato raccontato. Sono passati tredici anni dal loro primo disco e i La Crus, con il tour che ha preso il via lo scorso venerdì da Chiasso, raggiungeranno martedì 18 novembre l’Auditorium Parco della Musica di Roma, per suonare ancora una volta l’ensemble del loro viaggio che li ha portati a scalare e a sorprendere il panorama discografico italiano. “E’ un periodo di emozioni fortissime – ha dichiarato Mauro “Joe” Giovanardi, cantante del gruppo – con tutte gli attestati di stima che stiamo ricevendo dal pubblico. Già durante la parte estiva del tour, organizzato per il nostro ultimo album uscito [1] lo scorso febbraio, abbiamo avuto un riscontro altissimo e in molti ci hanno chiesto di non mettere la parola fine al nostro progetto. C’è chi addirittura ha aperto space su Internet ed è una che ci riempie di orgoglio, tuttavia la nostra decisione è irreversibile, è una questione di onestà intellettuale. E’ un momento, seppur triste per certi versi, molto bello e denso dall’altro, siamo consapevoli di ciò che è stato, senza rimpianti”.
Cos’è cambiato negli ultimi tempi?“Io e Cesare stiamo lavorando con molta più tranquillità. Prima c’era una certa ansia da prestazione perché ogni lavoro partiva da zero, non in sala, ma con dei suoni da elaborare per poi comporre. Era come scalare una montagna e le aspettative, specie dopo il primo lavoro, erano sempre altissime. Nell’ultima raccolta, oltre ai brani live, abbiamo messo tre inediti anche se, solo nel mese di gennaio eravamo riusciti a tirare fuori ben dieci brani e la selezione è stata durissima”.
Quali le novità e le emozioni di questo ultimo tour?“Mi sto divertendo come mai da tempo. Già nella parte estiva abbiamo “testato” cose che proporremo nella parte invernale. Collaborazioni con i Marlene Kuntz, con Syria, di cui Cesare ha prodotto l’ultimo album, e molti altri. A Roma saranno presenti con noi anche Carmen Consoli, Riccardo Sinigallia, Pino Marino ed altri ancora”.
Cercando di analizzare i “La Crus” ci si imbatte in un insieme di elementi trasversali, perché la musica del gruppo ha sempre scavalcato le barriere del pentagramma per iscriversi in un progetto che comprendesse altre forme d’arte, tenendo però sempre d’occhio la realtà del mondo in trasformazione. Un mondo che a livello musicale negli anni è mutato profondamente, cambiando pubblici e modalità di fruizione. “Stiamo attraversando un momento delicato – ha proseguito Giovanardi - Internet non ha semplicemente tagliato gli introiti dell’industria discografica, ma ha cambiato l’approccio mentale delle nuove generazioni con la musica. Una volta quando entravi in un negozio c’era in ballo il senso della scelta. Partivi da un’ampia rosa di nomi per giungere a quei due o tre titoli che poi portavi a casa, grazie alle piccole somme che avevi messo da parte. In un certo senso la musica “te la sudavi”. Oggi invece i giovani avendo tutto a disposizione non hanno neanche il tempo di appassionarsi a quello che stanno ascoltando, perché presto passeranno al brano successivo”.
Forse quello che manca è un certo contenuto, una profondità in ciò che viene offerto al pubblico. Spesso di tratta di musica e di parole dal facile effetto, ma senza un l’adeguata attenzione al comunicativo/compositivo… si sente la mancanza di un lavoro alla base, per esempio partendo dal testo…“Per noi la scrittura è stata sempre fondamentale - ha concluso Joe -. La base necessaria per ricreare quell’immaginario ideale che volevamo far convivere: ovvero il nostro background musicale, che va dai Sex Pistols ai Joy Division e ai più recenti Massive Attack , alla musica d’autore italiana che ha saputo raccogliere nomi illustri nella sua lunga storia”.