mercoledì 2 febbraio 2011

Il campione silenzioso


Determinare il concetto di campione non è mai impresa semplice. Se nell’immaginario collettivo volessimo considerare solamente chi per qualità ed esiti riesce a mettere i fila una serie di risultati incredibili con estrema facilità, ci troveremmo di fronte ad una ristretta élite di personaggi e lasceremmo fuori persone che con costanza e fermezza costruiscono giorno dopo giorno importanti realtà.

Il lavoro di un campione silenzioso, com’è David Ferrer, è fatto di precisione e regolarità, perché in qualsiasi attività – e ancora più nel tennis – la differenza la fa la cura nel cercare di migliorare i particolari, tra la gioia della vittoria e la polvere della sconfitta.

Diviso tra scalate e discese nel ranking, l’iberico negli ultimi 5 anni ha costruito una serie di piccoli record che ne rendono la carriera brillante, ma tenuta lontano dai clamori. Basti pensare alla vittoria nell’estate del 2008 sull’erba di Hertogenbosch o ai trofei conquistati in Coppa Davis con la sua nazionale, di cui ha costruito il successo nel 2009.

Sono tanti piccoli cammei quelli che rendono particolare la vita di Ferrer, una storia che nei suoi 28 anni sta scrivendo un’altra pagina importante con la partecipazione inattesa al Masters di fine anno, a tre anni dalla finale storica persa contro Roger Federer a Shanghai e che l’ha trasformato in eroe nella natia Javea, cittadina spagnola nella costa tra Valencia e Alicante.

Alla vigilia di questo appuntamento, abbiamo raggiunto David Ferrer per vivere insieme a lui questo importante ritorno in un palcoscenico amato e che lo stesso giocatore considera un regalo della vita.

Sono stati tre anni intensi per te. Da Shanghai a Londra come hai vissuto questo tempo?

E’ stato un periodo intenso per me e pieno di avvenimenti importanti. Ho conquistato due titoli in Davis e nell’ultima edizione siamo arrivati in semifinale. Sono riuscito a portare a casa diversi riconoscimenti nel circuito internazionale ed ora c’è di nuovo il Masters, non posso proprio lamentarmi.

Come hai vissuto questo periodo di cambiamenti tra alti e bassi, hai sentito più spesso il bisogno di recuperare fisicamente o mentalmente?

Non è mai facile mantenere sempre la stessa condizione fisica e lo stesso livello di gioco. Nell’ultimo periodo ho cercato di concentrarmi di più e di lavorare sul “serve and volley” e credo sia questo che mi ha aiutato a tornare tra i top ten.

Sei professionista dal 2000,com’è cambiato il tennis?

Man mano che passa il tempo, il tennis si sta caratterizzando sempre più verso un gioco di forza e potenza. Per i più giovani questo è un modello di sviluppo, mentre quelli che frequentano il circuito da più tempo come me devono fare uno sforzo maggiore per adattarsi, dovendo apprendere una nuova metodologia di lavoro.

Come ti vedi nella prossima stagione e quali sono i tuoi obiettivi?

Ad essere sincero preferisco concentrarmi sul momento che sto vivendo, senza pensare al prossimo anno. Certo mi piacerebbe riuscire a mantenere l’attuale classifica, ma so che sarà un lavoro non semplice ed è per questo che preferisco vivere giorno per giorno intensamente, perché a 28 anni tornare a giocare le Atp Finals è un regalo davvero inaspettato.

C’è uno tra i tornei del circuito Atp che non hai ancora vinto e che ti piacerebbe conquistare?

Sì, ho ancora un sogno nel cassetto: si tratta del “Godo” di Barcellona. Tra tutti i tornei è quello che mi manca e che vorrei vincere. Sono riuscito ad arrivare in finale, ma sono stato battuto da Nadal.

Pensando al domani, che progetti hai volta terminata la tua carriera agonistica?

Nessuno in particolare. Mi ritengo un ragazzo fortunato perché il tennis mi ha permesso già di realizzare tanti sogni nella mia vita, anzi mi ha dato molto di più di quelle che erano le mie aspettative. Quindi chiedere altro alla vita sarebbe troppo. Io sono contento così.

Magari qualcosa nel tennis…

Probabilmente rimarrò legato a questo mondo, ma ad oggi non riesco a prefigurarmi nulla. Mi piace la semplicità ed ho voglia di vivere giorno dopo giorno guadagnandomi le opportunità che la vita via via mi offre.

Nessun commento: